mercoledì 16 marzo 2011

L'uomo, la bestia e la virtù. Prima assoluta

RECANATI - Il Teatro Persiani di Recanati ospita in questi giorni la residenza di allestimento dello spettacolo L’uomo, la bestia e la virtù di Luigi Pirandello diretto dal giovane regista Antonio Mingarelli della compagnia Vocitinte e realizzato in collaborazione con Comune di Recanati/Teatro Persiani e AMAT.
Lo spettacolo debutterà a Recanati in prima assoluta sabato 19 e domenica 20 marzo nell’ambito della stagione realizzata da Comune di Recanati e AMAT con il contributo di Regione Marche e Ministero per i Beni e le Attività Culturali e proseguirà la sua tournée marchigiana ad Urbino (Teatro Sanzio) il 22 marzo, a Camerino (Teatro Marchetti) il 29 marzo e a Chiaravalle (Teatro Comunale Valle) il 30 marzo (info: 071 2072439 –
www.amat.marche.it).
Con L’uomo, la bestia e la virtù Scuola di platea a Recanati si conclude anche Scuola di platea progetto di introduzione al teatro per gli studenti degli istituti superiori della città promosso – nell’ambito di Xsianixnoi - dall’AMAT e dal Comune di Recanati in collaborazione con il corso di Storia del Teatro dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”. Il progetto è finalizzato a formare i ragazzi alla cultura teatrale; la partecipazione allo spettacolo è solo il momento centrale di un programma che prevede incontri propedeutici e di approfondimento.

La compagnia Vocitinte fa parte di “Matilde. Piattaforma della nuova scena marchigiana” un progetto di Regione Marche e AMAT. Nasce nell'estate del 2009 ed è composta da attori e registi diplomati nell'ultimo corso didattico della Scuola del Piccolo Teatro di Milano diretta da Luca Ronconi.

Accolta con perplessità al suo debutto, nel tempo la commedia di Pirandello si è imposta come una delle più rappresentate in Italia e nel mondo. Il farsesco tema trattato è ben rappresentato dal titolo in cui si individuano tre maschere, corrispondenti ad altrettanti “tipi” morali. La prima è quella dell’Uomo ovvero Paolino, professore privato che cela dietro il suo ostentato perbenismo la tresca con la signora Perella; quest’ultima è invece la Maschera della Virtù, pudica madre di famiglia abbandonata dal marito, capitano di marina che appare agli occhi della gente come il ritratto della Bestia. Commedia ad orologeria per eccellenza, L’uomo, la bestia e la virtù non si limita a passare al setaccio le convenzioni e le ipocrisie borghesi, ma riesce a rappresentare, in maniera più feroce che altrove nell’opera pirandelliana, il funereo, macabro, gioco dei ruoli che la società impone all’individuo quando ne orienta i comportamenti, gli istinti. È un apologo senza sconti, lucidissimo e violento, dove in scena assistiamo alla danza macabra di individui ridotti a fantocci, di identità violate che si stagliano agguerrite tre le pieghe multiformi dell’ipocrisia umana. Qui più che mai la maschera e il mascheramento preludono ad una festa senza festeggiati, ad un inquietante carnevale dove s’apparecchia il banchetto di una società crudele, erosa nelle sue prerogative morali, nella sua innocenza.

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