domenica 10 aprile 2011

Studiare in sede è più conveniente

ASCOLI PICENO - Studiare nel Piceno è possibile e al tempo stesso anche conveniente. L’elevata offerta qualitativa dei programmi di studi si coniuga, per moltissimi studenti, anche con una considerevole convenienza economica. Permettere ai giovani del territorio compreso tra le regioni Marche, Umbria , Abruzzo ed oltre centro , di frequentare i corsi universitari attuali , di elevata qualità , organizzati grazie alla funzione svolta dal Consorzio Universitario Piceno,  rimanendo vicini alle zone di residenza, permette  di ridurre i costi di sostenibilità allo studio da parte delle famiglie. Uno studente universitario che studia in sede, infatti, spende complessivamente 1.124 euro all’anno di cui 524 euro per le  tasse, 421 euro per i libri e 180 euro per i trasporti. un'ampia offerta accademica, ponderata e misurata sulle disponbilità e possibilità occupazionali ed è anche questa a determinare il costante incremento del numero degli iscritti alle diverse facoltà universitarie che caratterizzano l'offerta formativa in provincia di Ascoli.
Gli studenti che studiano fuori sede, invece, spendono in un anno complessivamente 8.644 euro con singola e 7.294 euro con doppia. Sempre gli studenti che studiano fuori sede spendono 4.236 euro per l’affitto, 524 euro per le tasse, 421 euro per i libri, 180 euro per i trasporti, 1.308 euro per le spese di mantenimento casa e 1.976 euro per le spese alimentari. È quanto emerge dallo studio dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori sulle spese sostenute dagli studenti universitari i cui dati per il Piceno sono stati elaborati dal Cup- Consorzio Universitario Piceno. “ I costi rilevati da O.N.F. , rappresentano già una indicazione chiara di come si muovono i dati rigorosamente statistici, ma se teniamo conto di tutti i costi indiretti che uno studente fuori residenza deve sostenere, si và ben oltre quella differenza rilevata. Quindi, Scegliere di studiare nel Piceno – ha dichiarato il Presidente  del Cup Renzo Maria De Santis – consente anche alle famiglie meno abbienti di far in modo che i loro figli possano proseguire negli studi,concedendo la possibilità di far emergere talenti che diversamente non sarebbero emersi. Nel nostro territorio, inoltre, c’è
Stilando un quadro a livello nazionale risulta che il 20,5% degli studenti universitari, stando ai dati Istat 2009, studia al di fuori della propria regione di residenza, inoltre, a questi andrebbero aggiunti gli studenti che, all’interno della stessa regione, si spostano in un'altra città. Uno studente italiano “fuori sede” spende fino a 6.958 euro annui in più rispetto ad uno che studia in sede. È l’affitto la voce più costosa per uno studente “fuori sede”, che, insieme alle spese accessorie (riscaldamento, condominio, energia, ecc.), raggiunge mediamente 4.982 euro annui se sceglie di vivere in singola, e 3.756 euro annui se, invece, sceglie di condividere una stanza con altri studenti. Dividendo l’Italia in Macro-regioni si scopre che è il Centro ad avere le spese per la casa (affitto più mantenimento) più alte, pari a 5.544 euro annui per una stanza singola e 4.194 euro annui per una stanza condivisa. Più economico, invece, risulta il Sud con una spesa pari al 31% in meno rispetto al Centro, per quanto riguarda la stanza doppia e del 34% in meno relativamente alla singola.
Di non poco conto risultano anche le spese per i libri, con una differenza tra le facoltà umanistiche e quelle scientifiche: per le prime la spesa ammonta in media a 454 euro annui, il 17% in più rispetto a quelle scientifiche. Da tale studio, quindi, emerge chiaramente che ad orientare lo studente nella scelta dell’università non è solamente la qualità della facoltà prescelta, ma anche il reddito della propria famiglia.  Tutto ciò mina fortemente il diritto allo studio per molti studenti e pone l’attenzione, ancora una volta, sulla necessità di un’edilizia scolastica residenziale  adeguata. I posti disponibili nelle residenze universitarie, infatti, sono scarsissimi: possono ospitare solo il 2,7% degli studenti universitari, appena 48.000 a fronte di un totale di iscritti nelle università italiane pari a circa 1.800.000 studenti (dati relativi all’anno accademico 2008- 2009).
A parità di una valida offerta formativa , oggi “lo studiare fuori residenza” non è più motivo di fare esperienze fuori la propria città. In un mondo allargato, globalizzato e paradossalmente ravvicinato , i giovani, ormai cittadini di Europa , hanno svariate opportunità di vivere e conoscere realtà anche estere ed ampliare i loro orizzonti. Meglio quindi recuperare risorse , frequentando in “casa” , liberandole per ampliare i propri confini e conoscenze, consentendo peraltro,a parità di qualità dello studio, di programmare la vita delle proprie famiglie.

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