“Ogni frutto del Piceno è orgogliosa differenza nel vivere – ha detto il prof. Gabriele Micozzi - quasi separato dal tempo trova qui forma il coraggio arcaico di chi sa lottare senza piegarsi, di chi è e non appare. Questo è un tratto evidente del paesaggio, delle persone e dei sapori. In una fase come quella attuale è strategico fare sinergie per
“Il Rosso Piceno, il Pecorino e la Passerina – ha detto Giovanni Vagnoni - sono segni di una cultura antica certamente di nobiltà contadina nel cuore, nelle mente e nell'anima. Tradizioni che trovano conferma nella responsabilità sociale delle nostre aziende impegnate, a differenza di altre, a rispettare e valorizzare la professionalità dei collaboratori, l’etica, il rispetto dell’ambiente, delle regole amministrative e non ultime le regole delle filiere per tutelare la salute dei consumatori. Regole che altri Paesi non hanno e non vogliono avere per essere competitivi introducendo sui mercati prodotti con prezzi più bassi. Tratti distintivi che diventano anche importanti fattori competitivi devono diventare utili per conquistare nuovi mercati”. “Nei mercati internazionali – ha detto Marilena Cocci Grifoni - occorre parlare una lingua semplice, immediata e che sia coerentemente utilizzata e trasportabile in modo flessibile nei nuovi media e verso i nuovi consumatori. Lo scorso anno la domanda estera di prodotti alimentari è cresciuta dell’11% e all’interno di questa macro voce l’esportazione dei vini ha l’incidenza più consistente con il 20% del totale”.
Valori che devono essere esaltati dal marchio. “Per lo sviluppo dell’identità iconografica picena siamo partiti da qua – ha spiegato il prof. Micozzi – e attraverso un’apposita ricerca abbiamo analizzato le esigenze di tutti gli associati, compreso i loro obiettivi e le loro risorse. Questa fase propedeutica è stata indispensabile per poter far nascere un’identità condivisa attraverso l’ascolto della voce del territorio. Per analizzare le tendenze del mercato, inoltre, abbiamo realizzato un’indagine i cui risultati verranno diffusi tra breve prendendo come riferimento mille operatori italiani e cinquecento stranieri”
Dall’elaborazione dei risultati dell’analisi è scaturita la scelta di identificare il consorzio Piceno con il toro bianco di razza marchigiana. “Un simbolo che rappresenta le nostre radici- ha spiegato il prof. Gabriele Micozzi - in modo profondo. Un simbolo poi deve essere associato a un nome che facilmente rimanga in mente e sia semplice da pronunciare in ogni lingua del mondo. In questo modo è nato PICENOS, nome contenente la componente ENOS che lo rende forte, distintivo e semplice da leggere e ricordare in ogni vocabolario. Logo e naming saranno le basi per un’operazione di branding e merchandising, ovvero di marchio e di oggettistica ad esso correlati, con l’obiettivo di diffondere il logo presso le strutture produttive, ricettive e ristorative in italia ed all’estero attraverso lo sviluppo di progetti di rete e lo sviluppo di un PICENOS DAY che coinvolgerà l’intera filiera, dalla produzione al consumo. Il simbolo del toro sarà utilizzato anche per caratterizzare e identificare il territorio Piceno attraverso gigantografie e riferimenti precisi in ogni comune del Piceno. Un progetto innovativo da condividere con le istituzioni locali per indirettamente valorizzare l’intero sistema economico e il territorio nel suo complesso. Un’operazione di valorizzazione della cultura del vivere dove con il poco si riusciva a creare opere straordinarie. Questa terra intensamente segnata dal suo passato diviene così mito per il futuro.
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